La tecnologia per lavorare a distanza è sempre più diffusa, anche nelle nostre case. Ma quale PC e cosa serve per lo Smart Working? Sono ormai domande ricorrenti e riguardano sia aspetti pratici che aspetti più gestionali del lavorare da remoto. Occorre non trascurare entrambi se si vuole che lo Smart Working porti vantaggi.
L’emergenza Covid ha infatti diffuso in modo forzato lo Smart Working in Italia, facendo emergere tanti problemi legati ad un passaggio improvvisato a questa modalità di lavoro. La tecnologia non è risultata sempre ben utilizzata o in grado di sostenere flussi importanti di lavoro.
Ma ciò che è più mancato è stato passaggio consapevole e studiato a questa modalità di lavoro, sia da parte dell’azienda che dei lavoratori. Per attuarlo può essere significativo partire dal termine Smart, traducibile letteralmente come “intelligente” ma anche “brillante” ed “elegante”. Perciò rivediamo insieme:
- Cosa Serve per lo Smart Working: partire dai Comportamenti e dalla Politica Aziendale, prima che dagli Spazi di lavoro
- Cosa Serve per lo Smart Working?
- Allineamento tecnologico: quale PC e quali soluzioni ICT (Internet Communication Technology)
Cosa serve per lo smart working. Partire dai comportamenti e dalla politica aziendale, prima che dagli spazi di lavoro
Lavorare da remoto rappresenta il futuro. Il Politecnico di Milano, faro sui trend dell’innovazione economica italiana, ha istituito da una decina d’anni un Osservatorio sullo Smart Working che studia cosa serve al diffondersi di questa modalità di lavoro che promette grandi prospettive future.
Infatti lo Smart Working non è solo lavorare da casa o fuori sede. Nasce dal diffondersi della digitalizzazione per offrire un duplice vantaggio a datore di lavoro e lavoratore: maggior competitività aziendale e maggior soddisfazione dei dipendenti. Inoltre garantisce maggior flessibilità, maggior produttività e minor impatto ambientale. Quindi è prima di tutto una questione di Comportamenti e Politica Aziendale.
Ma in Italia il boom dello Smart Working, detto anche Lavoro Agile, è arrivato solo col Covid 19. Benché previsto già dal 2017 proprio nella cosiddetta Legge sul Lavoro Agile (Legge n.81 del 22 maggio 2017, ripresa da norme e regolamenti 2020 per il COVID), siamo passati da 480.000 lavoratori da remoto nel 2018, a 570.000 nel 2019 e a ben 6,58 milioni nel 2020! Il ricorrervi in emergenza ha fatto sì che a settembre molti di questi lavoratori da remoto siano tornati in ufficio. Ma il futuro va in altra direzione e, come se non bastasse, l’attuale lockdown già lo reclama nuovamente.
Cosa serve per lo Smart Working?
Il passaggio allo Smart Working in condizioni normali richiede prima di tutto una Trasformazione della Mentalità aziendale e manageriale dal lavorare ad orario a lavorare ad obiettivo, concedendo maggior autonomia al lavoratore riguardo a sede, orario e persino strumenti di lavoro.
Il tutto sostenuto da una crescita del senso di responsabilità dei lavoratori e di maggior consapevolezza dei risultati da raggiungere.
Per poterlo attuare il datore di lavoro deve riesaminare le proprie procedure produttive, individuando mansioni e compiti che è utile svolgere da remoto.
Lo Smart Working non è una strategia solo per lavori impiegatizi. Solitamente il contratto di Lavoro Agile prevede sia momenti di lavoro da remoto che in presenza, in modo da garantire in vario modo la collaborazione e l’integrazione del lavoro dei diversi soggetti presenti in azienda.
Molte piccole e medie imprese, dove il lavoro manifatturiero e in presenza prevale, non reputano possibile adottare il lavoro AGILE. Sottovalutano, ad esempio, quanto oggi sia sempre più necessario in ogni mansione anche organizzare, controllare e rendicontare.
Invece nella grande industria vi sono realtà, come ad esempio Tetra Pak, che già permettono ai propri operai di svolgere alcune mansioni da remoto, con miglioramenti nel rendimento produttivo e nella soddisfazione dei dipendenti.
Oltre alla revisione di Comportamenti e Procedure occorrerà poi ripensare gli Spazi di Lavoro, diminuendo quelli ad uso esclusivo del lavoratore a vantaggio di aree e postazioni di libero accesso e dove sia possibile anche il lavoro in team.
Ed anche questo aspetto, che qui non approfondiremo, può offrire grandi vantaggi sia all’azienda che al lavoratore.
Allineamento tecnologico: quale PC e quali soluzioni ICT (Internet Communication Technology)
Una volta individuate nuove prospettive aziendali e nuovi modi di lavorare occorre concentrarsi sulla tecnologia necessaria allo Smart Working. Perché è indispensabile un allineamento tecnologico tra i diversi operatori, ossia avere un ambiente digitale condiviso e sicuro, funzionale a lavorare e collaborare nonostante che sia possibile accedervi con tempi e risorse tecniche diverse.
L’Italia ha un gran ritardo sulla digitalizzazione aziendale, tant’è che vi sono attualmente diversi incentivi pubblici a sostegno di un aggiornamento tecnologico, che vanno dall’acquisto di nuovi PC, software e servizi digitali fino alla consulenza tecnica o anche di un Manager per l’innovazione tecnologica. Qui ne ricordiamo i principali in vigore:
- credito d’imposta della Transizione 4.0
- contributi per la “Nuova Sabatini”
- Bando PMI Digitali, domande dal 15 dicembre
Lo stesso Politecnico di Milano suddivide in 4 sottogruppi le tecnologie utili al lavoro AGILE:
- Strumenti che favoriscono la Collaborazione Aziendale: strumenti di instant messaging, webconference, varie tecnologie di convergenza fisso-mobile
- Strumenti che garantiscono la Sicurezza dei dati inviati e ricevuti, garantendo di accedere e lavorare in modo semplice a su applicazioni e dati condivisi, come i Virtual Private Network, sia le soluzioni di virtualizzazione basate sul Cloud. Da valutare le policy di BYOD (Bring-Your-Own-Device) ossia la possibilità da parte dei lavoratori, nell’ambito di specifici accordi, di utilizzare i propri device personali per accedere ad alcune applicazioni aziendali
- Dispositivi mobili ossia Notebook/PC portatili, Smartphone, Tablet che consentono di lavorare senza una postazione fissa
- Tecnologie che permettono un utilizzo flessibile degli ambienti fisici di lavoro come Wi-Fi, sistemi di Telepresence o sistemi di Print Area centralizzate (che consentono di stampare wireless inserendo le proprie credenziali).
La consapevolezza della necessità di un rinnovamento digitale del lavoro, sostenuta anche da incentivi statali, è una grande opportunità. Se affrontata in ottica Smart Working può dare un sicuro vantaggio alle aziende che ci credono e si impegnano per attuarla, oltre a benefici diffusi in ambito sociale ed ambientale.